lunedì 22 febbraio 2021

Che cosa significa scanner?

  Lo scanner è l'apparecchio utilizzato per trasformare un'immagine in un'infinità di puntini (pixel). Questi possono essere immagazzinati nella memoria di un computer o trasmessi ad un altro computer che, mettendoli in bell'ordine, ricostruisce l'immagine. Lo scanner compie l'azione che in inglese si chiama scannning (dal verbo to scan), e in italiano si chiama scansione dal verbo scandire, ovvero ritmare un'immagine continua in distinti puntini. Troppo bello e troppo facile. Sentirete usare gli insensati "scannerizzare" o "scansionare" ma non il semplice e scorrevole scandire.

domenica 17 marzo 2013

Scrittori dilettanti



Il mondo è pieno di scrittori dilettanti che ritengono di aver partorito capolavori  capaci di far impallidire  le opere di Victor Hugo o di Alessandro Manzoni. Fin qui nulla di male. Purtroppo costoro sono quasi sempre convinti di essere emarginati dal mondo della letteratura a causa  di  perfide congiure ordite dagli editori e dagli scrittori di successo, che sarebbero disposti a commettere qualunque nefandezza pur di non lasciar emergere dei temibili concorrenti.
Un amico editore mi ha sottoposto alcuni passi tratti dalle deliranti opere che gli giungono in visione per un'eventuale pubblicazione. Credo che non ci sia bisogno di commenti (ovviamente ho rispettato rigorosamente gli strafalcioni ortografici, grammaticali, sintattici e semantici originali):

... se lei esce per un'attimo per andare a un'altra stanza e che mi ritrovo sola, allora e' in quel momento che mi sbircio velocemente a guardare tutto intorno, per pura curiosita ...


...appena, posò il dito sulla sveglia, un enorme silenzio divampò in tutta la stanza... 


...vorrei gustarmi il paesaggio di fuori ma l'aria di provincia non mi ha reso abitudinaria a lei... 


...sembrerebbe ieratico nascondersi da se stessi...


...ricordo che, stavo guardando da una finestra, attraverso il vetro gocciolante della pioggia che lo stravento la inviava violentemente sopra...

domenica 24 febbraio 2013

Parole sprecate, comunicazione contorta

...  Lo spazio in cui l'installazione si trova è il luogo fisico, 

intellettuale e interiore in cui approcciarsi ad essa, per sondarla 

empaticamente e procedere alla scoperta di ciò che sa 

suscitare, quindi comunicare, ai sensi del fruitore a cui è 

richiesta una visita attiva ...




Quante parole sprecate per dire che se si vuol fruire di un'opera d'arte 

bisogna andare nel luogo in cui essa si trova...  e dedicarle attenzione!

Meteorologia

Lo scienziato che studia l'atmosfera terrestre e i fenomeni relativi non si chiama metereologo ma meteorologo. E' facile ricordarsene, se si pensa che questo termine deriva dal greco meteora che indica, appunto, i  fenomeni celesti. Evidentemente ciò supera le capacità degli sbadati annunciatori radiotelevisivi.

lunedì 4 febbraio 2013

Contro l'egemonia dell'inglese nelle università

Sul numero 53 della rivista "Allez savoir", Gianni Haver e Antoine Chollet, ricercatori presso la Facoltà di scienze sociali e politiche dell'Università di Losanna, denunciano il fatto che nelle università europee per non essere esclusi da molte possibilità di carriera sia ormai inevitabile pubblicare la maggior quantità possibile di articoli in lingua inglese. Lo spettacolo di docenti universitari che si esprimono in un "pidgin" più o meno sgrammaticato e lessicalmente povero sarebbe semplicemente ridicolo - sostengono i due studiosi - se non costituisse la sorte apparentemente inevitabile per l'intera comunità scientifica. L'essere costretti a pensare e a esprimersi in una lingua che rimane comunque estranea alle tradizioni culturali di una gran parte dell'Europa non può che impoverire - denunciano gli autori dell'articolo - la qualità delle ricerche. Spesso,  d'altra parte, si è costretti a badare più alla visibilità che alla qualità e i testi sono costruiti su schemi preconfezionati. A causa di questa situazione la dignità delle istituzioni culturali è gravemente sminuita. E' quindi necessario - sostengono Haver e Chollet - mettere in campo forme di resistenza collettiva.

giovedì 24 gennaio 2013

La funzione estetica dell'inglese

In una gradevole pagina del suo Manuale dell'imperfetto sportivo, il giornalista Beppe Severgnini osserva:

"Gli sci gialli di mio figlio assicurano di essere  Air Carbon Super Carve Plasma Edge. E ho l'impressione che la casa produttrice si sia fermata a sei vocaboli perchè sono sci da bambino e altro non ci stava. Sui miei sci rossi sta scritto Power Channels Titanium. Più sotto Intelligent Power Response. Sull'attacco Hard Soft Touch Pad. Espressioni come Cyber Carbon Control o Integral Motion System possono voler dire tutto o niente (personalmente, propendo per la seconda ipotesi). Ma se un'azienda ha pensato di incollarle sopra un prodotto, significa che vendono. Il mondo dell'abbigliamento e dell'attrezzatura sportiva è ormai il regno dell'inglese futuribile. Anzi: dell'inglese estetico. Il significato non conta. conta l'effeto su uno sci, sul fianco di una scarpa o sopra una racchetta da tennnis."

sabato 22 dicembre 2012

Che grande responsabilità lo scrivere!


Leggendo una recensione dedicata a un manuale di giornalismo incontro la seguente affermazione:

Sintassi,semantica e pragmatica usate opportunamente concorrono a quello che Sapir Whorf ci insegna e cioè che la lingua determina la rappresentazione della realtà. Che grande responsabilità è dunque lo scrivere!

Osservo:
1) La sintassi, la semantica e la pragmatica non si usano, ma sono campi del sapere che indagano sui possibili modi di utilizzare una lingua. Nei secoli, fior di scrittori hanno scritto capolavori senza essere a conoscenza dell'esistenza di questi approcci allo studio di una lingua. 
2) Il bello viene a proposito dell'ipotetico signor Whorf il cui nome di battesimo sembrerebbe essere Sapir; in realtà si tratta di due persone: Edward Sapir e Benjamin Whorf antropologi, etnologi e linguisti che formularono, agli inizi del Novecento, un'ipotesi assai discussa e di fatto abbandonata da almeno cinquant'anni,  a proposito del rapporto fra pensiero e lingua.
3) L'unica affermazione corretta è l'ultima: che grande responsabilità è dunque lo scrivere!

martedì 21 febbraio 2012

Mostrami come parli e ti dirò chi sei

Le style c'est l'homme, sostengono - giustamente - i francesi. Mi è venuta in mente questa sentenza scartabellando fra ricordi di viaggio.

Agosto 2010.
Il treno locale che mi porta a Freiburg si ferma in una stazioncina per quattro o cinque minuti.  Alla partenza si sente attraverso gli altoparlanti la voce del capotreno:
- Scusate l'imprevisto prolungamento della sosta, ma abbiamo avuto problemi con una porta non ben chiusa: adesso è tutto in ordine.
Al termine di questo viaggio approdo alla stazione centrale di Milano e salgo su un convoglio per  Torino. Il treno a due piani è occupato da centinaia di passeggeri, alcuni in piedi. La partenza è prevista per le 17.10. Passano dieci, venti, trenta minuti. Il treno non si muove. Notizie non ce ne sono, nessuno osa scendere dal convoglio, che potrebbe partire da un momento all'altro. I telefoni cellulari si arroventano. Ormai è passata quasi un'ora. La gamma delle imprecazioni è esaurita, qualcuno si ingegnato nell'inventarne di nuove. Si ode finalmente una voce:
- Il treno per Torino delle 17.10 oggi non sarà effettuato.
Esiste una giustificazione? Nesssuno lo saprà mai.

Agosto 2011.
Il TGV Parigi - Milano viaggia da tre ore. Si sente la voce del capotreno:
- Scusate se rallentiamo, pare ci siano problemi sulla linea.
Qualche minuto dopo:
- C'è stato un incidente sulla linea, dovremo fermarci per qualche minuto alla stazione di Mâcon.
Il treno si ferma per una decina di minuti, ma questo non gli impedisce di giungere in perfetto orario  a Modane, dove si passa alla gestione Trenitalia. Si tratta ormai di percorrere poco più di un centinaio di km, quasi tutti in discesa, ma ciò non ci impedisce di arrivare in vista di Torino con circa quindici minuti di ritardo. Ormai in piena città, a poche centinaia di metri da Porta Susa, altri dieci minuti di sosta. Venticinque minuti di ritardo in totale, per motivi ignoti a tutti. Molti hanno perso le previste coincidenze.

Ma l'episodio più divertente - si tratta ovviamente di umorismo nero - si situa alcuni anni fa. Il  treno su cui viaggio da Pinerolo a Torino si ferma in una stazione intermedia e non riparte più. Passa una ventina di minuti e dall'altoparlante della stazione giunge un annuncio grottesco:
- Il treno per Torino viaggia con ritardo indeterminato.
Le solite imprecazioni. Molti scendono ed entrano nell'edificio dellla stazione per informarsi sulla  possibilità di proseguire in autobus. In quel momento il semaforo, che era rimasto ostinatamente sul rosso, segna verde. Senza alcun annuncio le porte di chiudono e il treno riparte, lasciando a terrra un buon numero di passeggeri!

sabato 21 gennaio 2012

Un epitaffio per Carlo Fruttero

Ricordando Carlo Fruttero, scomparso nel 2012, Massimo Gramellini scrive su La Stampa:

Dal giorno in cui me lo ha insegnato, applico ai miei testi il famoso emendamento Fruttero: «Nel dubbio, togli. Togli sempre. Cominciando dagli aggettivi». 
Togliere ogni peso superfluo alle parole, alle relazioni umane e ai pensieri era il suo modo di essere leggero rimanendo profondo.